La lavorazione della Carta a mano, prodotta nella Valle dei Mulini e distribuita nelle altre città campane, era una delle più floride e antiche attività degli Amalfitani.

 Le prime notizie di carta amalfitana risalgono al XIII sec; bisognaLa "Valle dei Mulini" in un'antica stampa ritenere che le cartiere siano sorte molto prima, con ogni probabilità quando Amalfi raggiunse il massimo splendore. Gli Arabi importarono e diffusero in Occidente l'uso e la fabbricazione della carta che essi avevano appreso dai Cinesi. Gli Amalfitani ebbero intensi rapporti con il mondo arabo e quindi furono i primi europei ad avere conoscenza della carta nei luoghi originari della sua produzione.
 La produzione della carta richiedeva poco tempo; essa era necessaria per le esigenze della vita e gli Amalfitani pensarono di produrla in patria, sfruttando l'energia idraulica del fiume Canneto che nasce dai Monti Lattari.

 La caScorcio di un'antica cartierarta a quei tempi veniva chiamata “Charta Bambagina”. Secondo un'ipotesi il termine deriva dalla città araba El Mambig, o secondo un'altra dal nome greco Bambax che significa cotone. La carta "Bambagina" fu nel 1220 proibita da Federico II ai notai curiali, il quale impose l'uso della pergamena perché era più duratura. Nella Valle dei Mulini, alla fine del '700, si contavano 16 cartiere situate tra agrumeti e cascate d'acqua. Esse sono state un continuo richiamo per artisti e poeti stranieri che nel corso dell'800 hanno esaltato le bellezze naturali di questo paesaggio.

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